giovedì 29 gennaio 2009

" libertà di stampa "


" regime totalitario occulto "

Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione. Questa frase è il fulcro dell’articolo ventuno della costituzione italiana, il quale afferma chiaramente che chiunque ha diritto di esprimere il proprio pensiero in merito a qualsiasi argomento, purché la sua libertà finisca dove inizia quella delle altre persone, cioè a patto che non vada a ledere o a diffamare la persona in questione. Per proseguire questo discorso, occorre soffermarsi sul significato del concetto che intendo porre come argomento fondamentale della mia tesi: cos’ è la libertà di stampa? Non è facile rispondere a questo quesito ma proverò a fornire una definizione soddisfacente. La libertà di stampa è una forma della libertà di pensiero e di parola che, in uno stato liberale, o che si definisce tale, come l’Italia non può che essere concessa. Detto ciò, dobbiamo porci un’altra domanda: l’idea di una libertà di stampa totale e completa, è utopistica o reale? per quanto la risposta possa essere soggettiva, mi sento in dovere di esporre la mia opinione, che non è vera e non è falsa, è soltanto un’opinione, avvalorata però, dalla realtà dei fatti . Durante il regime fascista, in Italia l’ufficio stampa della presidenza dei ministri, nel 1931 dichiarò, in una serie di norme assai ben costruite, l’assoluta illegalità della libertà di stampa che avrebbe potuto mettere in luce gli aspetti oscuri della politica italiana in quegli anni. Lo scopo di tali direttive era di infondere nel popolo un ottimismo falso, irreale, la fiducia in una fiaccola fredda e spenta che avrebbe portato solo distruzione e disperazione. Troviamo una situazione analoga in Germania, con il programma politico nazional socialista che imponeva la nazionalità tedesca dei giornalisti, affinché non vi fosse, neanche dal punto di vista giornalistico, la minima opposizione di regime. Coloro che, violavano queste norme, violavano la legge, e lo stato non poteva in nessun modo tutelarli, anzi, spesso venivano perseguitati in maniera violenta. Ritorniamo ora all’Italia dei nostri giorni tutti coloro che si avvalgono del loro diritto sulla libertà di stampa, non possono essere perseguiti per legge, ma, di fatto, sono limitati nelle loro scelte dalla realtà e dal contesto sociale in cui vivono. Come caso esemplificativo di quanto affermato può aiutare a capire il significato di tale affermazione la situazione dello scrittore che nel suo libro “gomorra”, ha denunciato gli episodi repressivi e violenti della malavita organizzata nel suo paese, e ora è costretto alla “latitanza “, se cosi, la si può chiamare, costretto a rinunciare, in qualche modo, alla sua libertà personale, poiché ha evidentemente rispettato la legge italiana, ma ha sicuramente violato una legge più rigida e impietosa, che è quella della società in cui vive, dotata di leggi e norme autonome dalla costituzione italiana. In alcuni stati, come ad esempio i paesi islamici, in cui politica e religione sono un concetto unico e inscindibile, non esiste libertà di espressione, né di stampa. In tali stati vige un regime totalitario e repressivo, dove i diritti sono norme sconosciute, ma anche nei paesi (come l’Italia) che ritengono di essere liberali la libertà di stampa è comunque irreale in quanto vi è (forse in ogni parte del mondo) una totale mancanza di tolleranza nei confronti delle opinioni contrastanti e anche una mancata unità che porta a leggi indipendenti in alcune zone del paese, leggi volute dall’autorità giuria di una società violenta . La libertà, come concetto generale, è ciò che distingue un paese liberale da uno che non lo è, ma in tempi come i nostri tale differenziazione non esiste. La realtà sociale in cui viviamo condiziona in maniera più o meno violenta le nostre scelte, ma in un’antitesi un po’ troppo tarda, voglio aggiungere che nonostante le pressioni che subiamo e che limitano la nostra libertà, frenano la nostra penna o la nostra bocca, impedendoci di scrivere o parlare, ciò che conta è da che parte scegliamo di agire, distinguendo, secondo la nostra coscienza, ciò che è giusto e ciò che è facile.

Veronica Angela Dessì 3G


Libertà di stampa?
L'Italia è al 40° posto, dopo Cile e Corea del Sud


Posizione  Paese  Note

1 Finlandia 0,50
- Islanda 0,50
- Norvegia 0,50
- Paesi Bassi 0,50
5 Canada 0,75
6 Irlanda 1,00
7 Germania 1,50
- Portogallo 1,50
- Suecia 1,50
10 Danimarca 3,00
11 Francia 3,25
12 Australia 3,50
- Belgio 3,50
14 Slovenia 4,00
15 Costa Rica 4,25
- Svizzera 4,25
17 Stati Uniti 4,75
18 Hong Kong 4,83
19 Grecia 5,00
20 Equador 5,50
21 Benin 6,00
- Inghilterra 6,00
- Uruguay 6,00
24 Cile 6,50
- Ungheria 6,50
26 Africa del Sud 7,50
- Austria 7,50
- Giappone 7,50
29 Spagna 7,75
- Polonia 7,75
31 Namibia 8,00
32 Paraguay 8,50
33 Croazia 8,75
- El Salvador 8,75
35 Taiwan 9,00
36 Mauricio 9,50
- Perú 9,50
38 Bulgaria 9,75
39 Corea del Sud 10,50
40 Italia 11,00
41 Repubblica Ceca 11,25
42 Argentina 12,00
43 Bosnia-Erzegovina 12,50
- Mali 12,50
45 Romania 13,25
46 Capo Verde 13,75
47 Senegal 14,00
48 Bolivia 14,50
49 Nigeria 15,50
- Panama 15,50
51 Sri Lanka 15,75
52 Uganda 17,00
53 Niger 18,50
54 Brasile 18,75
55 Costa de Marfil 19,00
56 Libano 19,67
57 Indonesia 20,00
58 Comoras 20,50
- Gabon 20,50
60 Yugoslavia 20,75
- Seychelles 20,75
62 Tanzania 21,25
63 Repubblica africana 21,50
64 Gambia 22,50
65 Madagascar 22,75
- Tailandia 22,75
67 Bahrein 23,00
- Ghana 23,00
69 Congo 23,17
70 Mozambico 23,50
Posizione Paese Note
71  Cambogia   24,25
72 Burundi 24,50
- Mongolia 24,50
- Sierra Leone 24,50
75 Kenya 24,75
- Messico 24,75
77 Venezuela 25,00
78 Kuwait 25,50
79 Guinea 26,00
80 India 26,50
81 Zambia 26,75
82 Palestina 27,00
83 Guatemala 27,25
84 Malaui 27,67
85 Burkina Faso 27,75
86 Tayikistán 28,25
87 Chad 28,75
88 Camerun 28,83
89 Marruecos 29,00
- Filippine 29,00
- Suazilandia 29,00
92 Israele 30,00
93 Angola 30,17
94 Guinea-Bissau 30,25
95 Algeria 31,00
96 Yibuti 31,25
97 Togo 31,50
98 Kirguizistán 31,75
99 Giordania 33,50
- Turchia 33,50
101 Azerbaiyán 34,50
- Egitto 34,50
103 Yemen 34,75
104 Afghanistan 35,50
105 Sudan 36,00
106 Haiti 36,50
107 Etiopia 37,50
- Ruanda 37,50
109 Liberia 37,75
110 Malesia 37,83
111 Brunei 38,00
112 Ucraina 40,00
113 Repubblica Congo 40,75
114 Colombia 40,83
115 Mauritania 41,33
116 Kazajistán 42,00
117 Guinea Ecuatoriale 42,75
118 Bangladesh 43,75
119 Pakistan 44,67
120 Uzbekistán 45,00
121 Russia 48,00
122 Iran 48,25
- Zimbawe 48,25
124 Bielorrusia 52,17
125 Arabia Saudita 62,50
126 Siria 62,83
127 Nepal 63,00
128 Túnez 67,75
129 Libia 72,50
130 Iraq 79,00
131 Vietnam 81,25
132 Eritrea 83,67
133 Laos 89,00
134 Cuba 90,25
135 Buthan 90,75
136 Turkmenistán 91,50
137 Birmania 96,83
138 Cina 97,00
139 Corea del Nord 97,50



sabato 10 gennaio 2009

...È stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati.



Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.

…pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.

...(da amico fragile)

giovedì 1 gennaio 2009

ALL' INSEGNA DELL'IMPOSTO


Tutto come previsto, l'ansia da fine anno, la corsa ai regali dell'ultimo minuto, i luculliani cenoni di natale e fine anno, le valanghe di messaggini, nella maggior parte dei casi multipli, con auguri e scongiuri, e gli immancabili botti di fine anno.

Tutto come previsto appunto, abbiamo fatto tutto.

Abbiamo fatto tutto quello che volevamo? oppure abbiamo fatto tutto quello che la globalizzazione, in modo neanche tanto subdolo, ci ha imposto di fare?


Dopo tutte le abbuffate sopra elencate, ho finalmente ripreso conoscenza, e tutto mi é apparso finalmente vero quando, dopo il brindisi di mezzanotte ho dato un bacio a mia moglie, ho abracciato i miei figli, e mandato, adesso si, qualche singolo messaggio telefonico a pochi pochissimi amici.