martedì 17 luglio 2007

Racconto a più menti

fine 8° capitolo

Ma io sentivo già che non avevo voglia di rivedere nessuno, tantomeno lei , Irene: quando mi ero risvegliato e l ' avevo rivista mi era sembrata lontana, distante anni luce dalla donna che avevo amato, direi quasi di aver provato un senso di sollievo quando se ne è andata...

9° capitolo

E' mattina presto, le corsie del "Marino" sono ancora deserte, tutti dormono, ma il colore della spiaggia candida entra già dalle finestre. Non ho bisogno di vederlo, il mio mare, per sapere come è adesso; calmo, piatto, con una leggerissima increspatura a chiazze, una risacca appena percettibile che ti accarezza le caviglie, e un orizzonte sfumato dove cielo e mare quasi non si distinguono.
Una sagoma in movimento nella stanza infrange il gioco di luci che stavo ammirando. E' Valeria, la giovane infermiera che si è presa cura di me in questi giorni.
Si avvicina al mio letto, sorride, e si china su di me bisbigliando, tanto che riesco a percepire il suo delicatissimo profumo, ancora fresco dopo una notte di lavoro - sto smontando, l'acqua è spendida, vado a fare un tuffo, mi fai compagnia? - mi dice.
Non so cosa ho risposto, ma pochi istanti dopo mi guida per mano attraverso un'uscita nascosta dell'ospedale e ho già i piedi sulla sabbia; la gamba quasi non la sento e cammino assieme a lei verso l'acqua. Con gesti appena accennati sgancia e lascia cadere sulla sabbia il suo camice; ha il costume, sotto, un bikini piccolo piccolo di quelli fatti all'uncinetto con i colori della Giamaica.
Lei è già in acqua, chinata in modo da lasciare fuori solo la testa ed il collo, mentre le spalle occhieggiano dal pelo dell'acqua.
Io rimango a guardarla, con l'acqua ai polpacci, come se mi mancassero le istruzioni, come se non sapessi cosa fare. Valeria, deridendomi, mi viene incontro schizzandomi con entrambe le mani, e in un istante stiamo giocando, ridendo e tuffando come due bambini.
L'uscita, anche con la risacca così debole, è più faticosa, e le gambe, soprattutto le mie, risentono dei tanti giochi nell'acqua.
Valeria corre avanti a me, e indossando frettolosamente il camice senza asciugarsi, mi saluta con un gesto della mano e un "ci vediamo" che si perde nell'aria della spiaggia, che comincia ad animarsi.
Raccolgo la mia maglietta e raggiungo lentamente l'ospedale, sfilo come invisibile per le corsie e mi rannicchio di nuovo nel mio letto, per scacciare l'ultima umidità che ho adosso.
- ecco il nostro buon Giovanni - è la voce del dottore - sveglia! oggi, se tutto va bene, ti mandiamo a casa, a cercare "pivelle" - dice con la sua tipica parlata cagliaritana.

10 commenti:

gians ha detto...

...questa infermiera è veramente intrigante!! mi tira un sacco il camice che scivola...finalmente Giovanni ha un colpo di fortuna! chissa? Bravo Gallo.

Gians

Anonimo ha detto...

con la gamba fratturata mi pare molto improbabile che 'cammina con lei verso l'acqua', ridendo e tuffando....no no,...impossibile:la gamba fratturata o è inchiodata e ferma in trazione o è ingessata quindi scusate ma non è palusibile questo pezzo.... poteva andare bene se era passato del tempo ed era in riabilitazione senza gesso o chiodi.... va modificato...scusate se mi sono permessa, senza nulla togliere al merito di gallo che l'ha scritto bene, ma bisogna essere reali...(pur nella finzione ovvio)oppure era un sogno di lui ...ed allora va bene cosi...

gians ha detto...

...Fiore, quello che dici avrebbe senso qualora avessimo dato dei tempi al ricovero di Giovanni! ma rileggendo il racconto si puo' notare che dal giorno dell'incidente a quello del bagno con Valeria possono essere passati due giorni come 20! quindi a mio parere il capitolo di Gallo è perfettamente in linea con il racconto.

Gians

Anonimo ha detto...

gians e fiore, avete ragione entrambi, e quando l'ho scritto ho volutamente lasciato aperte tutte e due possibilità, del sogno o della realtà; lo stesso Giovanni, anche dopo ciò che accade nel decimo, non può essere sicuro di non averlo sognato; d'altronde le caratteristiche del sogno c'erano tutte, ma è anche vero che a volte i sogni si realizzano.

asi' ha detto...

gallo devo dire che questo genere di racconto non mi apassiona ma il tuo capitolo da' finalmente un po' di pepe ala storia...

Anonimo ha detto...

asì, chi ti ricorda l'infermierina?

asi' ha detto...

da bambino feci 3 mesi di ospedale "marino" non ho un buon ricordo delle infermiere...ma se vuoi ti parlo di.. C.F. ... MAGARI NELL'AREA RISERVATA !!

Anonimo ha detto...

asì, l'infermierina che immagino io ricorda di più danielina!

asi' ha detto...

Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura,
non perchè metterò la testa a posto, ma per noia o per paura.
Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto:
le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto...

asi' ha detto...

caro gallo ho pensato anche io la stessa cosa...valeria e danielina sono la stessa persona..stesse carateristiche stessa follia..a questo punto..mi piacerebbe essere
GIOVANNI!..