martedì 2 ottobre 2007

PENSERI DI UN GRANDE POETA

La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: venti quattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.

Benedetto Croce diceva che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. Allora, io mi sono rifugiato prudentemente nella canzone che, in quanto forma d'arte mista, mi consente scappatoie non indifferenti, là dove manca l'esuberanza creativa.

Ho sempre avuto pochissime idee, ma in compenso fisse.

Mannerini mi ha insegnato che essere intelligenti non significa tanto accumulare nozioni, quanto selezionarle una volta accumulate, cercando di separare quelle utili da quelle disutili. Questa capacità di analisi, di osservazione, praticamente l'ho imparata da lui. Mi ha anche influenzato a livello politico, rafforzando delle idee che già avevo. Sicuramente è stata una delle figure più importanti della mia vita. (sull'amico e paroliere Riccardo Mannerini, 1992)

Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi ... dire "Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni..." e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze

FABRIZIO DE ANDRÉ

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ce l'avrà pure avuto un difetto, quest'uomo?

gians ha detto...

si gallo, non scriveva in un blog.

Grazie asi' per l'ottimo contenuto del post.